Tra i più grandi festival religiosi dell'induismo, Navaratri, celebrata la grande dea Durga, manifestazione di tutte le altre divinità femminili della tradizione.
Solo nell'induismo esiste il concetto di un dio al femminile: la divina madre del mondo.
Il periodo di questa celebrazione non è affatto casuale, infatti autunno e primavera sono entrambi momenti si transizione, trasformazione e purificazione. Un momento di passaggio, e rinnovamento per la natura e per noi esseri umani, figli della Grande Madre Terra.
Assecondando il ciclo naturale della natura, ci concediamo l'opportunità di fluire ed esser supportati dalle forti energie di questi due momenti chiave dell'anno.
Nella tradizione induista, la celebrazione della Grande Dea si festeggia due volte l’anno:
una in primavera, la Vasantanavaratri, e l'altra in autunno, Sharanganavaratri. Ogni giorno dei nove è dedicato a un particolare aspetto della dea Durga, ripercorrendo i suoi nove nomi e le sue nove incarnazioni.
Durante questi giorni di festa si celebra il principio del femminino, presente in ognuno di noi, nelle sue diverse sfaccettature e nelle sue diverse forme. In India, le donne vengono riconosciute e venerate come l’espressione più pura di questo principio universale, come espressione del divino.
Il mito vedico narra che la Grande Madre, assunse le sembianze della Dea Durga nella lotta contro il demone Mahisshasura, incarnazione dell’ego e dell’ignoranza.
La guerra contro il demone si combatté in nove notti, fino a quando il decimo giorno Durga sconfisse il demone.
Il mito di Mahisha asura e della sua sconfitta
Il mito vedico racconta che un tempo il demone (asura) Mahisha si sottopose a una dura ascesi (tapas), vincendo una guerra dopo l'altra in nome della giustizia. Il dio Shiva, volle ricompensarlo e così chiese al demone cosa volesse in premio, ed il demone chiese l'immortalità, ovvero di non poter essere ucciso né da mano di uomo, né da parte di un deva (dio). Shiva gli concesse il dono dell'immortalità, ed il demone soddisfatto di tale conquista continuò la sua ascesa confidando nella sua invincibilità. Finché ad un certo punto, Mahisha venne accecato da questo potere ed iniziò a praticare ogni sorta di angheria, provocando il terrore e il disordine nei tre mondi.
Gli Dei iniziarono ad allarmarsi per l’operato del demone così si riunirono per cercare una soluzione, si rivolsero alla Shakti suprema, e le chiesero aiuto. Fu così che le tre supreme Devi, Lakshmi, Sarasvati e Parvati, unirono le loro energie insieme e diedero vita a una Shakti dall’aspetto fiero e terribile: Durga. Infatti, solo una Devi sarebbe stata capace di annientare il malvagio Mahisha. Gli Dei si riunirono e crearono Durga, la grande dea venne investita con le qualità, i poteri ed le armi di tutti gli Dei uniti insieme così da diventare una potenza indistruttibile.
Ella lotto per nove notti contro il demone Mahisha, fino a quando la decima notte il demone fu trafitto dal trishula di Durga che da quel momento fu nota anche con il nome di Mahishasuramardhini, “Colei che sconfisse il demone Mahisha”.
LE NOVE NOTTI DI CELEBRAZIONI
Le prime tre notti
Vengono dedicate ad un periodo di purificazione da vizi e negatività.
In questi giorni, la Madre Divina viene adorata nel suo aspetto distruttivo e, si prega affinché le pratiche che portano l'uomo verso il male possano essere distrutte.
Durga, “Colei che difficilmente si può avvicinare”, l’aspetto distruttore della Grande Madre.
Simbolicamente, è l'espressione divina della forza, possiede una potente energia capace di distruggere i demoni dell’egoismo e dell’adharma. Durga scatena la sua ira divina contro i malvagi per liberare gli oppressi, ciò implica la manifestazione di un’energia distruttiva per propiziare la creazione.
nelle tre notti centrali, la grande dea, viene adorata per le sue qualità positive, la sua ricchezza e prosperità. è tempo per ricostruire di ciò che è stato distrutto, per dar spazio al nuovo e allo sviluppo di qualità positive, pure e amorevoli.
Le seguenti tre notti
La grande dea, viene adorata per le sue qualità positive, la sua ricchezza e prosperità.
Nelle celebrazioni di queste tre notti, si celebra il tempo della ricostruzione dalle ceneri di ciò che è stato distrutto. Si celebra il nuovo inizio, e si coltiva lo sviluppo di qualità positive, pure e amorevoli.
Lakshmi, “Colei che conduce alla meta”.
Simbolicamente, la dea è l'espressione della generosità, della prosperità fisica e spirituale, e della bellezza. Rappresenta la luce che disperde le nebbie dell’ignoranza, e ci guida la guida sul cammino.
Le tre notti finali
La grande dea viene adorata per la sua saggezza.
Sarasvati, “Colei che nutre”.
Simbolicamente, questa dea è l'espressione della conoscenza pura e delle arti: letteratura, musica, pittura e poesia, ma anche della verità, del perdono, delle guarigioni e delle nascite.
Sarasvati, è la consorte di Brahma (il Creatore), rappresenta quindi l’aspetto femminile della creazione. Lei è il principio della Conoscenza che porta alla liberazione del ciclo di morte e rinascita, è colei che conduce all’illuminazione.
Il decimo giorno - Vijayadashami
Al termine delle nove notti, si celebra “il decimo giorno della vittoria”, noto come vijayadashami.
La festività è anche nota come dasahara, ciò che dissolve le dieci colpe, o errori. Quest’ultimo nome fa riferimento a un mito presente nei Purana in cui è narrata la nascita di Durga e l’origine della Navaratri.
APPROFONDIMENTI
Navaratri e Ramalila
In molte parti dell’India settentrionale la Navaratri è celebrata come Ramalila, per celebrare a vittoria di Rama, che invocò l’aiuto della Devi, sul demone Ravana. Durante questa celebrazione si recitano alcuni episodi tratti dal Ramayana. Il decimo giorno si bruciano le effigi dei demoni Ravana, Kumbhakarna e Meghanada.
Il Vijayadashami nel Mahabharata e l’albero shami
La celebrazione del Vijayadashami è particolarmente sentita nel Mysore dove i fratelli Pandava, racconta il Mahabharata, decisero di nascondere le loro armi divine e speciali sotto un albero shami (Mimosa suma), per tutta la durata dei dieci giorni di Navaratri.
I fratelli pregarono Durga di proteggere le loro armi fino al loro ritorno che avvenne dopo un anno. Trovate le armi intatte, fecero loro una puja, e quello stesso giorno, si diressero verso i loro nemici e li sconfissero con l’aiuto della Devi, ristabilendo la rettitudine nel mondo.
Ancora oggi, nel giorno di Dasera, è tradizione onorare gli strumenti del proprio mestiere, e scambiarsi un ramoscello dell’albero shami come augurio di vincere sul male.
IL VIAGGIO DELLA DEA
Richiamando le forze archetipiche incarnate dalle dee del mito, possiamo far coincidere i giorni di Navaratri, con un momento di presa di coscienza, ed utilizzarli per interiorizzare queste riflessioni giorno per giorno, "accordarci" come fossimo uno strumento musicale, e raggiungendo così la piena espressione della nostra luce interiore, rinnovando le nostre energie fisiche, mentali e spirituali per un nuovo capitolo del nostro viaggio.
Ho preparato una breve guida pratica per voi, con riflessioni e pratiche da svolgere in autonomia durante queste nove serate. Mentre per la decima serata, vi aspetto in diretta su zoom per condividere la pratica e una meditazione accompagnata dal suono terapeutico.
Iscriviti al Viaggio della Dea, e riceverai la guida PDF per iniziare la tua pratica! Lungo il viaggio potrai contattarmi in qualsiasi momento per confrontarti con me, fino al raggiungimento del cerchio finale nel decimo giorno, quando insieme celebreremo l'inizio di un nuovo capitolo della grande viaggio della vita!
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